Percorso | CAMMINO DELLE CHIESE CAMPESTRI - Itinerario 10: Castelverrino - Agnone |
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Regione | MOLISE (IS) - ITALIA |
Punto di partenza | COMUNE DI AGNONE - COMUNE DI CASTELVERRINO |
Difficoltà | T Turistico |
Lunghezza | 9,16 km |
Tempo di percorrenza | 2h 00' |
Dislivello | DISLIVELLO SALITA 470 m - DISLIVELLO DISCESA 300 m |
Quota Massima | 819 m |
Descrizione del percorso
La decima tappa del Cammino delle Chiese Campestri segna la conclusione del collegamento tra tutti i comuni coinvolti in questo affascinante itinerario. Si tratta di una tappa relativamente facile, svolta interamente su strade secondarie asfaltate, che accompagna il camminatore in un ambiente caratterizzato dalla presenza del Torrente Verrino. Il percorso inizia con una leggera discesa che porta il viaggiatore nella suggestiva valle. Lungo il cammino, si incontra la graziosa chiesetta di Santa Lucia, curata nei minimi dettagli e carica di spiritualità. Proseguendo parallelamente al corso del torrente si giunge ai piedi del colle che ospita l’abitato di Agnone, una cittadina di grande importanza storico-culturale, i camminatori si troveranno di fronte a una significativa salita. Attraverso questa ascesa, raggiungeranno la cima del colle dove si trovano altre due chiese di grande valore artistico e religioso: la chiesa di Santa Maria Assunta e la chiesa di San Rocco. Questi luoghi di culto testimoniano la profonda devozione della comunità locale. Si è ormai giunti alle porte del borgo antico di Agnone, un luogo intriso di storia e fascino, dove si respira un’atmosfera unica. L’arrivo a questo punto segna idealmente la fine di un avventuroso viaggio a piedi che ha condotto i pellegrini alla scoperta di un territorio in gran parte sconosciuto ma estremamente affascinante. La decima tappa rappresenta quindi il culmine di un’esperienza di cammino caratterizzata dalla bellezza dei paesaggi naturali, dalla ricchezza artistica delle chiese e dalla genuinità dei luoghi visitati lungo il percorso.
Informazioni utili
Equipaggiamento e consigli pratici
EQUIPAGGIAMENTO
Per ottimizzare il vostro equipaggiamento, leggete attentamente le informazioni relative al percorso da affrontare e le previsioni climatiche e metereologiche. Questa potrebbe essere una lista dell’equipaggiamento base: zaino adatto alle esigenze reali – Almeno 1L di acqua (2 nei mesi caldi/bevanda calda in inverno) – Cartina escursionistica – guida – occhiali da sole – coltellino multifunzione – torcia frontale – carica batteria smartphone – powerbank – macchina fotografica – repellente per insetti – kit di primo soccorso – giacca antipioggia – sacchetto ermetico per gli oggetti di valore e indumenti da tenere asciutti in caso di pioggia – sacchetto per i rifiuti – pomata antinfiammatoria – medicine personali.
Portate qualche alimento leggero e nutriente come frutta secca, barrette di cioccolata, caramelle, miele (spuntino energetico). Munitevi anticipatamente del pranzo o assicuratevi di passare per un centro abitato nel caso abbiate bisogno di rifornimenti. Portate i bastoncini da trekking che assistono nella spinta in salita e aiutano nella stabilità su sentieri impervi. La presenza di corsi d’acqua e percorsi boscosi, rende alcuni sentieri impervi e molto fangosi in caso di forti piogge. In questo caso sono indispensabili scarpe da trekking alte e impermeabili, insieme a calze di buona qualità (traspiranti) che non vanno mai sottovalutate! Nel vostro abbigliamento non dovranno mancare: Giacca a vento/impermeabile; Cappello; Guanti per le basse temperature.
CONSIGLI & COMPORTAMENTO
Anche se può apparire superfluo, ricordiamo la necessità di tenere un comportamento corretto e rispettoso nei confronti degli altri e verso l’ambiente, ognuno dia il proprio contributo riportando con se ciò che danneggerebbe l’ambiente. Il cammino è percorribile tutto l’anno, ma naturalmente la primavera e l’autunno offrono le migliori condizioni meteorologiche e paesaggistiche. Per molti tratti elevati, vanno evitati i periodi di grosse nevicate invernali e nel periodo estivo più caldo va calcolato bene l’approvvigionamento idrico e i tempi di percorrenza per muoversi nelle ore più miti e fermarsi nelle ore di caldo più intenso. Il cammino è ben segnalato con bandierine di conforto e frecce segnavia.
Non danneggiamo le piante, ricordiamoci che percorriamo ambienti protetti e da proteggere. Non accendiamo fuochi. Teniamo i cani al guinzaglio o con pettorina, obbligatorio nelle aree protette. Non abbandoniamo rifiuti. Preveniamo ogni rischio d’incendio. Teniamo conto anche che alcuni sentieri possono risultare impegnativi in caso di condizioni meteo sfavorevoli. Seguiamo sempre i sentieri ufficiali e nel dubbio torniamo indietro fino all’ultimo segnavia indicato. In Molise il campeggio libero è vietato in determinate zone, quindi, vanno utilizzate le strutture che possono ospitare.
Classificazione CAI dei Percorsi
Classificazione del Club Alpino Italiano dei percorsi in base alla difficoltà in ambito escursionistico e cicloescurzionistico
AMBITO ESCURSIONISTICO
T = Turistico
CARATTERISTICHE
Percorsi su carrarecce, mulattiere o evidenti sentieri che non pongono incertezze o problemi di orientamento, con modeste pendenze e dislivelli contenuti.
ABILITA’ E COMPETENZE
Richiedono conoscenze escursionistiche di base e preparazione fisica alla camminata.
ATTREZZATURE
Sono comunque richiesti adeguato abbigliamento e calzature adatte.
E = Escursionistico
CARATTERISTICHE
Percorsi che rappresentano la maggior parte degli itinerari escursionistici, quindi tra i più vari per ambienti naturali. Si svolgono su mulattiere, sentieri e talvolta tracce; su terreno diverso per contesto geomorfologico e vegetazionale (es. pascoli, sottobosco, detriti, pietraie). Sono generalmente segnalati e possono presentare tratti ripidi. Si possono incontrare facili passaggi su roccia, non esposti, che necessitano l’utilizzo delle mani per l’equilibrio. Eventuali punti esposti sono in genere protetti. Possono attraversare zone pianeggianti o poco inclinate su neve residua.
ABILITA’ E COMPETENZE
Richiedono senso di orientamento ed esperienza escursionistica e adeguato allenamento.
ATTREZZATURE
È richiesto idoneo equipaggiamento con particolare riguardo alle calzature.
EE= Escursionisti esperti
CARATTERISTICHE
Percorsi quasi sempre segnalati che richiedono capacità di muoversi lungo sentieri e tracce su terreno impervio e/o infido (pendii ripidi e/o scivolosi di erba, roccette o detriti sassosi), spesso instabile e sconnesso. Possono presentare tratti esposti, traversi, cenge o tratti rocciosi con lievi difficoltà tecniche e/o attrezzati, mentre sono escluse le ferrate propriamente dette. Si sviluppano su pendenze medio‐alte. Può essere necessario l’attraversamento di tratti su neve, mentre sono esclusi tutti i percorsi su ghiacciaio.
ABILITA’ E COMPETENZE
Necessitano di ottima esperienza escursionistica, capacità di orientamento, conoscenza delle caratteristiche dell’ambiente montano, passo sicuro e assenza di vertigini, capacità valutative e decisionali nonché di preparazione fisica adeguata.
ATTREZZATURE
Richiedono equipaggiamento e attrezzatura adeguati all’itinerario programmato.
EEA = Escursionisti esperti con attrezzature
Per ferrata si intende un itinerario i cui tratti su roccia sono appositamente attrezzati con strutture metalliche: cavi, catene, scale, pediglie e staffe, che ne facilitano e consentono la progressione. Prevedono l’uso dei dispositivi di protezione individuali certificati secondo le normative vigenti (imbragatura, kit da ferrata e casco) e una adeguata preparazione tecnica. Sono segnalate alla partenza da apposita tabella e rispettano precisi criteri costruttivi e normativi.
Punti di interesse
Chiesa di Santa Lucia della Posta
La chiesetta di Santa Lucia delle Poste è stata edificata tra il XV e il XVI secolo nella località, chiamata ‘Posticchia’, che indica il luogo del riposo dei pastori. Ci troviamo infatti sul tratturo Celano-Foggia, a poca distanza dal fiume Trigno, immersi in un bosco di alberi di cerro e querce. Oggi localizzata nel comune di Agnone, la chiesetta si trova al punto di confine tra diversi comuni, e infatti la festa e la devozione nei confronti della santa siracusana raccolgono tuttora fedeli in pellegrinaggio dai paesi del circondario.
La chiesetta aveva una posizione strategica e rappresentava un importante punto di sosta e per far abbeverare gli animali. Il suolo sacro ha accolto le spoglie dei pastori venuti a mancare lungo il viaggio della Transumanza.
La costruzione della cappella risalirebbe al periodo compreso tra il XV e il XVI secolo e si dovrebbe, secondo la tradizione, ad un massaro pugliese proprietario del terreno circostante che la edificò come segno di riconoscenza nei confronti della santa siracusana. Durante un viaggio di ricognizione dei suoi terreni,si sarebbe verificato un fatto prodigioso: la figlia cieca del massaro avrebbe avuto una visione della santa e avrebbe miracolosamente riacquistato la vista. Leggendaria è anche la storia della statua di santa Lucia, secondo la tradizione ricavata da un pezzo di legno che un contadino voleva portare a casa ed utilizzare per il fuoco ma che divenne pesantissima e impossibile da trasportare. Piccola e colorata, la statua veniva ornata nei giorni di festa con gioielli d’oro, tra cui le caratteristiche manine per scacciare il malocchio.
Nel 1832, come si legge all’ingresso della cappella, fu restaurata e ampliata dal barone Baldassarre Gigliani, parente del massaro pugliese. La proprietà della chiesetta è passata a diverse famiglie e oggi la cura del posto è affidata ad un gruppo di volontari.
La santa di Siracusa è festeggiata tra il 24 e il 29 giugno. I paesi del circondario hanno usanze diverse legate a questo posto. In particolare da ricordare il canto dedicato alla santa dagli abitanti di Salcito e la processione delle Verginelle, 30 ragazze che da Pietrabbondante raggiungevano a piedi la chiesa in abito bianco, facevano dei giri attorno alla chiesa e percorrevano in ginocchio la navata della chiesa fino all’altare.
Si possono ancora notare delle piccole finestre, posizionate vicino ai tre ingressi, un tempo usate dai pastori per bagnare le mani con l’acqua santa e guardare la statua della santa quando non era possibile accedere alla chiesetta.
Chiesa della Madonna dell'Assunta
Nonostante la grande importanza rivestita dalla chiesa e annessa badia nella vita religiosa della città, non si hanno notizie certe sulla fondazione del piccolo tempio noto in passato come Santa Maria de Anglono. Unica testimonianza scritta legata alla storia della chiesetta sono due iscrizioni in carattere gotico angioino che attribuirebbero la sua costruzione, avvenuta nel 1372, a Roberto di Taranto, appartenente alla famiglia dei Principi Di Sangro.
Secondo altre fonti, nel IX secolo il santuario non solo era già esistente ma oggetto di grande devozione e meta di pellegrinaggi. Addirittura si racconta di un fedele napoletano che, ottenuta qui una grazia, avrebbe in segno di riconoscenza fatto costruire la chiesa dedicata a Santa Maria ad Agnone nella sua città natale. Accanto all’edificio sacro sarebbe sorto in seguito un monastero di suore benedettine. La chiesa, distrutta durante un bombardamento nel 1943, avrebbe dato il nome alla strada nel centro storico di Napoli che ancora oggi si chiama ‘vicolo Santa Maria ad Agnone’. Nel XV secolo l’importanza della badia era tale che al rettore della chiesa di Sant’Emidio, allora posizionata extra moenia e oggi alle porte del centro storico di Agnone, spettava l’onere di offrire l’agnello usato per preparare il ricco pranzo consumato proprio nella badia dal clero e dall’aristocrazia agnonese il giorno della festa dell’Assunzione di Maria. La partecipazione alle celebrazioni da parte dei fedeli del mondo contadino era caratterizzata da maggiore frugalità: i pellegrini erano soliti raggiungere la chiesa alla vigilia delle celebrazioni e qui passare la notte in preghiera. Come in altri santuari, alcuni si spingevano a raggiungere l’altare camminando sulle ginocchia.
Notizie più dettagliate si hanno a proposito delle ultime vicende che hanno riguardato la chiesa e la badia: venuto meno l’ultimo abate agli inizi del Novecento, la gestione della chiesa passò alla famiglia Caracciolo. Venduta in seguito ad un privato, questi la affidò negli anni ‘60 al parroco della chiesa di San Biase. Oggetto di recenti interventi di restauro e consolidamento, è stata riaperta al culto nel 2021.
Chiesa di San Rocco
Affettuosamente chiamata dagli agnonesi ‘Sand Rucchill’ (San Rocchillo), per via delle sue piccole dimensioni, la chiesetta è il fulcro della fortissima devozione al santo di Montpellier che la comunità agnonese festeggia in due date: il 16 agosto e la seconda domenica di ottobre. In un documento datato 1668, la chiesa viene citata come ‘grangia’ (e quindi, dipendenza) della chiesa di Sant’Amico posta all’interno delle mura cittadine. La fondazione del luogo è pertanto da ritenersi antecedente a questa data. Secondo la tradizione, infatti, il santo avrebbe protetto la città in diverse occasioni ed in particolare durante la terribile ondata di peste del 1656. Il ritrovamento di ossa umane fa ipotizzare che la funzione cimiteriale della chiesa. In occasione della festa del 16 agosto, permane ancora oggi l’usanza di distribuire il pane benedetto, un tempo realizzato dalle donne della parrocchia della chiesa di Sant’Antonio Abate.
Curiosità: La festa del 16 agosto coincideva con la vendita delle prime mandorle con cui si realizzava la bevanda tipica della festa, il latte di mandorle, anche detto la ‘lattata’.
Chiesa di Santa Lucia
La chiesetta di Santa Lucia, un tempo sede di una badia, fu edificata tra il 1200 e il 1300 nei pressi della confluenza del fiume Verrino con il torrente Zelluso. Custodisce la piccola statua trecentesca di fattura abruzzese di santa Lucia che, in realtà, fu probabilmente realizzata in origine come statua raffigurante la Madonna in stato interessante. Ciò sarebbe dimostrato dall’usanza di raggiungere la chiesetta da parte delle donne incinte che erano solite donare ex-voto legati alla gravidanza e all’infanzia. Il culto alla santa siracusana sarebbe pertanto arrivato successivamente. La festa della santa che cade ogni anno la prima domenica di giugno è ciononostante molto partecipata dai fedeli di tutti i paesi che si affacciano sulla vallata. Infatti la festa rappresentava per molti l’attesa prima ‘gita fuori porta’ dopo il lungo periodo invernale. La statua viene baciata dai fedeli che ricevono l’unzione degli occhi e poi si recano all’esterno attraverso una porta laterale per bagnarsi gli occhi con l’acqua del vallone Zelluso a cui sono attribuite proprietà miracolose. A seguire, i fedeli partecipano alla Santa Messa officiata sul piazzale, portano in processione la santa e assistono ai fuochi pirotecnici.
Mappa 3D
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Castelverrino – Agnone
(km 9,16)
Itinerario 10
Partenza: Castelverrino
Arrivo: Agnone
Distanza: 9,16 chilometri
Tempo di percorrenza: 2h 00′
Difficoltà: Turistica
Dislivello: +470 -300
100% asfalto
Ciclabilità: Si – presenza di tratti con forte pendenza
Periodo Consigliato: Primavera, estate, autunno
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Si segnala che i percorsi possono prevedere dei tratti in compresenza di traffico veicolare.
Fotografie
Altri Itinerari
I1: Civitanova del Sannio – Poggio Sannita
I2: Poggio Sannita – Belmonte del Sannio
I3: Belmonte del Sannio – Agnone
I4: Agnone – Capracotta
I5: Capracotta – Pescopennataro
I6: Pescopennataro – Sant’Angelo del Pesco
I7: Sant’Angelo del Pesco – Castel del Giudice
I8: Castel del Giudice – Capracotta
I9: Poggio Sannita – Castelverrino
I10: Castelverrino – Agnone
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